Continuiamo il viaggio letterario attraverso le opere di
Maria de Naglowska, pubblicando altri due testi: "il Rito dell'impiccagione" e "la Luce del Sesso", che insieme all’Orologio AuM e
al Mistero dell’Amore Magico, compongono quello che possiamo definire lo zenit
degli insegnamenti della Sophiale di Montparnasse. O almeno quelli che si
possono considerare i più noti, tra le sue opere vanno menzionati anche: Magia sessule il grimoire illustrato di Maria de Naglowska, i rituali satanici di Maria de Naglowska, e l'occulti mentori di Maria de Naglowska ; quest'ultina è la più grande collezione di immagini e testo che include pezzi di Julius Evola per il gruppo di Ur. Come abbiamo spiegato nel Nostro scritto precedente sulla Vita di questa
eclettica iniziata e Sorella, benché ella sia entrata in contatto durante il
suo soggiorno Romano , con esponenti del’ esoterismo italiano e soprattutto del
nostro piccolo e umile consesso; la sua
personale ed estrema Weltashuung, non rispecchia ne le idee, ne i sistemi di credenze, tanto
meno gli insegnamenti dei membri dell’Ordine della Rosa Nera e del Triangolo d’Argento.'. Infatti la storia iniziatica della Naglowska
comincia molto prima e molto più lontano della sua permanenza a Roma; di questo
lungo percorso che l’ha accompagnata durante tutta la sua vita, va ricordato il
ruolo che nella sua formazione potrebbe aver giocato il contatto con l’ambiente
mistico dei Khlysti e delle fratellanze russofone, ma non si deve sottovalutare
neanche l’influenza che possa aver svolto l’ambiente gnostico del
catarismo francese di Montsegur e della confraternita dei Polareis. D’altronde,
non bisogna dimenticarsi del suo lato profano
di donna mortale e di quanto possa aver influito sulle sue tendenze, il rapporto interrotto bruscamente con il
marito e la sua cultura semita. Non si può non tenere conto di entrambi questi
punti quando proviamo a comprendere il pensiero di Maria, il suo femminismo esasperato
e la sua trasgressiva visione di donna altare e sacerdotessa in un mondo di
preti e padroni, nel quale c’era posto a malapena per lei e le sue idee, ma non
certo per il suo concetto di divinità satanica, femminile e libertaria da contrapporre
al solito dio, monolitico, padre e padrone, geloso, invidioso e repressivo.
Non è nostra intenzione quella di giustificare la sua visione complessiva, che
pur non collimando con la Nostra , non ha alcun bisogno di esser giustificata
tanto meno giudicata. Ogni idea e ideale, purché non sia limitante o nocivo per
gli altri esseri viventi è degno di rispetto e deve essere ascoltato e
forse, nelle menti dei Pensatori più
audaci, si impone anzi, la giusta analisi oggettiva ispiratrice di riflessioni.
Invitiamo, i lettori a leggere prima il Nostro precedente scritto dal Titolo la Sophiale
di Montparnasse e il Mistero dell’Amore Magico, per poter così avere un quadro
più completo sulla Vita, e la Filosofia di Maria. Riuscendo anche così a
chiarire meglio quelli che furono i rapporti tra la Nostra autrice e i F.’. e
le S.’. del primigenio Ordine della Rosa Nera. Ricordiamo che gli scritti che
seguono, per l’argomento trattato sono destinati a lettori maggiorenni e non
sessuofobi. Non ci dilungheremo oltre con spiegazioni o analisi di sorta su
entrambi i testi, lasciando così alla preparazione e all’immaginazione dei
Nostri gentili lettori l’interpretazione e l’analisi simbolica di questi . Detto
ciò lasciamo spazio alle parole della Sophiale di Montparnasse e ai suoi due
testi: “La Luce del sesso” e” il rito dell’impiccagione”, che concludono la parentesi
sulla Neglowska. Una donna, una Sorella, un Iniziata, una sacerdotessa, una
femminista, un precursore, una libero pensatrice.
LA LUCE DEL SESSO
rituale di iniziazione satanica secondo la Dottrina del
Terzo Termine della Trinità
GLI ELETTI
Per comprendere la dottrina del Terzo Termine della Trinità,
bisogna prima liberarsi dell'idea che nell'Universo, visibile o invisibile, vi
sia qualche cosa d'assoluto, di perfetto, di immobile.
Quest'idea, che domina le menti da troppo tempo, ha falsato
il pensare degli uomini e impedisce loro di riconoscere la verità.
Imbevuti, consciamente o inconsciamente, di dogmi cattolici,
i nostri spiritualisti si immaginano che il divino, contrariamente all'umano,
sia immutabile e perfetto.
Essi così contrappongono la natura terreste a quella
celeste, creano un abisso tra l'uomo e Dio, tra materia e spirito, ed obbligano
gli individui, desiderosi di raggiungere le "regioni superiori", a
nutrire nei loro cuori delle aspirazioni assurde, la cui conseguenza immediata
è il velo d'ipocrisia che si stende sulla realtà della Vita.
L'assoluto, il perfetto, l'immobile, non esistono.
Tutto è divenire, così nell'uomo come nell'animale e nella
pianta.
Dio non è "colui che è" ma "Colui che fu, che
è e che sempre sarà".
Dio è la Vita, Dio è vivente, mobile.
Per familiarizzarsi con la nostra dottrina, bisogna subito
comprendere questo nostro dogma.
Ma, cos'è un dogma?
La parola evoca, al giorno d'oggi, una sgradevole sensazione
in più di un cervello peraltro ben forte.
Si attribuisce a questo vocabolo un significato imperativo
che ne oscura il senso reale, che invero è limpido, e non ce ne si voglia,
perché vogliamo essere liberi!
Tuttavia, nella sua purezza originaria, il termine
"dogma" non significava altra cosa che "insegnamento", ma
con la differenza di un'idea di maggiore precisione rispetto a come viene usata
oggi, senza pudore.
Ora, cos'è "insegnare" se non il formulare un'idea
in modo chiaro e preciso?
Insegnare non significa convincere e meno che mai ordinare.
Insegnare è proporre delle formule esatte, che ognuno è
libero di accettare o respingere; ma quando l'insegnamento è proposto per
dogmi, non si potrà separare il contenuto dalle parole che lo contengono.
Non si discuterà a modo proprio l'idea accettata o respinta.
E' questa la forza del dogma: la migliore formula per
l'espressione dell'idea concepita.
Voi non potrete tradurre il nostro pensiero altrimenti che
in questi termini
La dottrina del Terzo Termine della Trinità riconosce e
onora l'unico Dio vivente: la Vita.
Nessuno è obbligato ad accettare senza una disamina la
nostra Parola, ma nessuno diventerà nostro discepolo se non formula le nostre
tesi così come noi le formuliamo; perché, nel momento in cui scriviamo, non è
questione di far proselite una grande massa di persone sotto il vessillo della
"Freccia", ma di comunicare ad un piccolo nucleo il senso esatto del
nuovo Insegnamento.
Possiamo paragonare l'Umanità di oggi a una lunga fila di
vagoni ferroviari, che una divina locomotiva traina sulle rotaie di una stretta
e oscura galleria.
La locomotiva e i primi vagoni già stanno uscendo dalla
galleria, mentre il resto del convoglio è ancora nell'oscurità.
E' necessario che l'acceleratore del treno – l'élite umana –
sia iniziato alla nuova dottrina, se si desidera che tutti gli uomini o la
maggior parte di essi arrivino alla Luce prima della catastrofe della fine
della Seconda Era.
Questa si approssima, perché l'età oscura è accordata solo
per un breve tempo.
Una grande Clemenza ha permesso di effettuare il passaggio
attraverso le tenebre, ma coloro che giungeranno in ritardo periranno sotto la
montagna che franerà.
Sbrighiamoci, è ora!
Ma, a chi dovremo rivolgere la Parola?
Dove troveremo gli uomini capaci di accelerare la marcia
delle cose?
E' certo che gli individui che attualmente governeranno
sulla Terra non possono nulla. Essi sono gli schiavi e non i conduttori delle
masse.
Nessuno degli uomini che si trovano attualmente alla testa
di un'organizzazione umana, quale che sia, è in grado di guidare le masse dove
egli vuole, piuttosto deve dirigersi lui stesso là dove queste lo spingono.
Poiché esistete nella nostra epoca "moderna"
un'opinione che si definisce "pubblica" e che è, essa, il principale
fattore di decisione delle azioni collettive.
E' vero che per mezzo di abili manovre, grazie alla stampa e
ad altri canali, si giunge a smuovere le masse allo scopo di suscitare il
consenso voluto, ma ciò si ottiene solo alla condizione strettamente necessaria
di lasciar credere alle persone che non viene stravolto alcun principio tra
quelli che stanno loro a cuore, e anche quando le apparenze dimostrino il
contrario.
In altre parole – più crude e più brutali – si può ben dire
che agli attuali dirigenti di tutti i popoli non possono imporre la propria
volontà alle masse che a condizione di ingannarle.
Non vogliamo qui criticare questo dato di fatto, ma
riteniamo che una logica rigorosa ci permetta di giungere alla conclusione che
gli uomini dotati di quello che si definisce "potere" non sono quelli
che potrebbero agire là dove si tratterebbe di modificare i principi stesi che
dominano l'agire delle masse.
Non sono dunque essi l'élite alla quale noi ci rivolgiamo …
Meno che mai il gruppo può essere quest'élite, è evidente.
Il gruppo è una massa cieca, che ama o detesta sì, ma che
pensa, mai.
La sua attuale "opinione" è formata dai relitti di
antichi dogmi, la cui luce è andata perduta da che il treno dell'umanità sta
passando sotto la volta della galleria – simbolo dell'Età Oscura –solo dopo la
quale comincia ad apparire il nuovo panorama.
La massa non crede più al Dio della Seconda Era, al
Cristo–Salvatore, ma ne custodisce ancora la morale, perché è necessario che
questa massa conosca (non certo che comprenda)qual è l'atto umano che
appartiene al "bene" e quello che appartiene al
"male", e nessuno è ancora venuto a pronunciare al riguardo parole
nuove.
Non è che la massa abbia l'affanno pressante di dover agire
secondo il Bene, ma essa prova il bisogno imperioso di salvaguardare la propria
omogeneità, perché una Legge, che essa ignora, ma che in essa agisce
continuamente, vuole che ogni fiume umano rimanga nel proprio letto e che le
gocce che lo compongono – gli individui – scendano tutte assieme verso un'unica
sconosciuta destinazione.
Le masse non possono concepire il fatto che uno degli
elementi che le compongono sia dissimile dagli altri. Ad esse occorre che tutti
agiscano nella stessa maniera, ed è per questo che il confine tra
"bene" e "male" risulta indispensabile.
Una legge divina, più forte di tutti gli umani ragionamenti,
vuole la stessa cosa.
Non è dunque alle masse che ci indirizzeremo
Parleremo a quei pochi – rarissimi – che non governano e non
sono governati.
Agli uomini che vivono ai margini della società
moderna, che non hanno trovato posto nella vecchia Casa.
Costoro appartengono all'Avvenire, perché il loro spirito è
vergine: essi non hanno contratto alcun matrimonio terrestre e non hanno
giurato fedeltà ad alcuna cosa del passato.
Costoro sono in attesa – per crescere – che una nuova fiamma
si accenda nei loro cuori.
Il profano dice di questi uomini che essi sono dei
diseredati. Noi rispondiamo che sono gli eredi dell'Avvenire.
E' tra loro che si costituirà la forza agente che trascinerà
il fiume degli uomini in un nuovo letto: nell'era trionfante del terzo Termine
della Trinità.
Essi comprenderanno il contenuto di questo libro e ne
manderanno a memoria i princìpi.
Dal fondo del loro essere, questi emetteranno dei nuovi rami
e un fogliame armonico farà da corona alla Pianta.
Il nuovo Albero apparirà allora sulla terra in tutto il suo
splendore, l'Umanità ne mangerà i frutti e il Giorno e la Notte saranno
cambiati: altre azioni comporteranno per le masse il significato di
"bene" e di "male"; altri princìpi ispireranno le azioni
degli uomini ed un'altra Luce sarà riconosciuta come tale.
IL SESSO
"E ora considera ciò:
Quando Dio (= la Vita) presentò ad Adamo, nel Paradiso
biblico, la Sposa Immacolata, la Vergine Eva, e il suo Sposo la trovò bella,
Satana assunse le sembianze di un Serpente (simbolo di saggezza) e mormorò all'orecchio
della Donna:
- O Eva! Splendida creatura! Per quale ragione Dio, Signore
della Vita, ti ha vietato di concederti all'Uomo, al tuo Sposo? Perché Adamo
deve contentarsi di ammirare le tute bellezze, senza poter gustare il frutto
nascosto nell'affascinante foresta? Non è questa una crudele ingiustizia, di
condannarvi all'eterna sterilità e di privarvi del miglior frutto di questo
giardino?
Allora Eva riposte:
- Il Signore della Vita ha permesso all'uomo, mio Sposo, e a
me, sua Sposa, di cibarci di tutti i frutti che adornano questo giardino e in
esso crescono, ma ha aggiunto che il frutto nascosto nella mia foresta era il
frutto della Morte.
Ma Satana, avvolgendo la donna con la sua carezza
serpentina, le mormorò questo:
- O Eva! Donna adorabile! Il Signore della Vita si inganna e
vi inganna. E' ciò, del resto, che gli rinfaccio continuamente. Quello che
chiama il "frutto della Morte" conferisce, al contrario, a colui che
se ne ciba, l'immortalità, la scienza, l'onnipotenza. E' senz'altro per mantenere
il tuo Sposo nella sua condizione di schiavitù che ha nascosto il meglio di te
nella tua profondità.
E, scivolando sulla schiuma calda della bellezza eccitata,
Satana vi depose il suo acido veleno.
Eva conobbe il primo fremito d'amore, e ne rivelò il segreto
ad Adamo.
Il Serpente, Satana, la Volontà di morire, questi tre non
sono che uno, insegnarono alla Donna la voluttà, che diviene nelle donne il
magnete che attira l'uomo verso la donna e non per la vittoria della Vita (=
Dio), ma per la vittoria della Morte (= Satana), ed Eva, questo secondo
trionfo, questo simbolo vivente della Terza Ipostasi, in cui
l'intelligenza sostituisce la ragione, diviene l'arena della lotta tra la Vita
e la Morte.
Satana introdusse la volontà di morire là dove non c'era che
volontà di vivere!
Non confondere qui, o discepolo, ciò che ti insegniamo e
poni attenzione al fatto che al principio la Donna era priva di Ragione, che
solo nell'uomo contrapponeva umano a divino, lo spirito satanico della volontà
di liberazione mediante la dominazione del mondo visibile, allo spirito di vino
della volontà di vivere in eterna armonia con Dio (= la Vita). Solo l'uomo
conosceva il nome di ogni cosa, di ogni pianta, di ogni animale.
All'origine, i due cuori – quello dell'uomo e quello della
donna – erano in perfetto equilibrio, il sesso non aveva ancora detto la sua
parola, solo la tesa di Eva si contrapponeva a quella di Adamo, ed il sorriso
accattivante delle sue labbra e dei suoi occhi allontanava la noia dell'uomo
che si sentiva smarrito al centro del silenzio delle bestie, di cui conosceva
fin troppo bene i nomi.
In questo breve periodo paradisiaco, in questo Secondo
Mattino del Triangolo Divino, Satana fu vinto e Dio (= la Vita) trionfò.
Dopo il peccato, però, dopo la caduta voluttuosa di Adamo ed
Eva, ricominciò la lotta tra il Giorno e la Notte.
Da allora questa lotta è compresente nella coppia umana. La
testa dell'uomo appartiene a Satana (-), la testa della donna a Dio (+), il
sesso della donna a Satana (-), il sesso dell'uomo a Dio (+).
E' per questo che il peccato commesso dalla coppia
primordiale comportò per l'uomo il castigo cerebrale – "Tu ti guadagnerai
il pane col sudore della fronte" – e per la donna il castigo vaginale –
"Tu partorirai nel dolore".
Tuttavia, ciò che causò la Caduta può divine, deve
diventare, causa di Redenzione.
Sta scritto: "La Donna schiaccerà la testa al Serpente
e restituirà al Mondo visibile il Figlio di Dio, il Figlio dell'Uomo, che
scaccerà la Morte dalla Vita".
Sta ancora scritto: "Io separerò la Donna dal Serpente
e porrò inimicizia tra loro".
La donna che avrà sconfitto Satana nella sua vagina potrà
rigenerare il Mondo, perché "Come la Morte è penetrata in tutto e in tutti
per mezzo di uno al seguito della Donna, essi si allontanerà da tutti e da
tutto grazie alla Vittoria di uno Solo, per mezzo della Donna".
Dopo questo giorno, dopo il giorno dell'Origine – che non ci
fu mai! – il Sesso femminile cerca attraverso tutte le donna il modo di
sconfiggere Satana. Di tentativo in tentativo, le generazioni si susseguono.
O Discepolo! Oggi la Donna ha trovato il modo. La chiave del
Grane Segreto è stata fatta a conoscere a Colei che ha saputo respingere il
dono malefico della Ragione per non lasciar brillare in Essa che la luce prua
dell'Intelligenza.
Se la incontri, Essa ti farà provare ciò che non conosci.
Perché non devi accettare niente senza un riscontro
oggettivo. E' qui che sta la tua pena.
IL BANCHETTO INIZIATICO E IL CERO VIRILE
"… all'improvviso tutti gli sguardi si volsero alla
profondità del cono di luce blu che andava intensificandosi sempre di più.
Nel mezzo di questa luce irritante, si fermò una nube
bianca; essa discese lentamente, molto lentamente, proprio sopra la Stella, quasi
che volesse posarsi sui cuscini.
Avevo già intuito ciò che questa nube nascondeva, poiché
avevo capito molte cose quando venni istruito al Corso, ma l'impazienza di
vedere il corpo promesso da così gran tempo mi colse subito, rendendo
interminabili gli ultimi minuti.
Mi parve anche che la discesa della donna rallentasse
maggiormente più essa si avvicinava ai cuscini.
Infine essa fu lì, all'altezza delle nostre teste, distesa
in un'amaca intessuta con corde di seta e interamente rivestita da un tessuto
leggero e trasparente, blu e bianco; una donna splendida di cui
intravedevo ancora soltanto la schiena e le reni.
Feci fatica a trattenere un grido di dolore quando vidi il
Capo e la mia vecchia Guida allungare le braccia per adagiarla sulle loro spade
incrociate. Credevo che il metallo fosse troppo duro per quelle carni
fascinose. Ma il Capo e la Guida attenuarono l'eventuale colpo col loro braccio
sinistro, il Capo prendendo la nuca e la Guida sostenendo i glutei di quella
vivente statua che poi distesero rispettosamente sul comodo giaciglio bianco
costituito dai tre cuscini.
La donna dormiva di un sonno profondo, così come voleva la
regola del rituale, ché questa era la prova dell'acqua, la prova della carne, e
la donna doveva ignorare lo scopo per cui ci si serviva di essa.
Quando quel corpo perfetto fu liberato interamente dal velo
di seta che l'avvolgeva, fui lasciato per qualche istante in sua
contemplazione. Furono attimi di grande lotta interiore. Poi, il Guardiano del
tempio dette il segnale, essendosi assicurato che tutto fosse in ordine.
Allora, con mossa simultanea, il Capo e la mia vecchia Guida
premettero, ciascuno da una parte, un pulsante elettrico fissato al bordo della
tavola rotonda, di fronte a loro. Immediatamente, una parte del legno cedette e
si abbassò fino al pavimento ai miei piedi, portando nella sua discesa il
cuscino sul quale riposavano le gambe della bella Stella. Queste ultime vennero
trattenute in tempo dal Capo e dalla Guida, che le piegarono e le adagiarono
sul secondo cuscino.
Fu allora che vidi due superbe colonne e la Porta della
Nascita in mezzo a loro, la Porta che ogni uomo varca venendo al mondo
nell'Incoscienza!
La Carne mi invitava a rifare il Viaggio in senso inverso e
con lucidità. L'ora della prova formidabile era suonata ed i testimoni
impietosi erano di fronte a me.
Gettai a terra i vestiti neri, e rosso come il fuoco che
nulla teme, il NO implacabile inciso sul petto, sfidai il pericolo.
Un pericolo di morte, perché sarei stato folgorato se non fossi
riuscito. Si trionfa o si perde tutto in questa prova, che consiste nel tendere
la propria volontà vitale al massimo dell’umana capacità - sovrumana! - e ad
illuminare con l’orgasmo consapevole, non la caverna nera, ma la cima luminosa
della donna che si offre senza coscienza in questa operazione diabolica.
L’iniziando, lui, deve restare asciutto sino alla fine.
Perché sta scritto nei nostri libri di apprendimento: “Tu
non permetterai alla tua forza sacra di cristallizzarsi in un liquido mortale”.
Feci ciò che andava fatto e riuscii, poiché nell’istante
esattamente calcolato lo stoppino tra le due pareti del frangifiamma si accese
e tredici spade salutarono questo trionfo: undici alle mie spalle, e una a
destra e un’altra a sinistra...”.
IL MISTERO DELL'IMPICCAGIONE
Iniziazione Satanica
secondo la dottrina del Terzo Termine della Trinità
ornato da disegni simbolici ideati dall'autrice
ed eseguiti da R. Leflers
"Il Mistero dell'Impiccagione" completa
l'iniziazione che abbiamo impartito col nostro libro, apparso lo scorso anno,
intitolato "La Luce del Sesso". Noi scopriamo del tutto il famoso
velo dal volto di Iside che aveva fin qui tenuto nascosta la verità divina e
umana per ciò che riguarda i grandi "perché?" dell'esistenza. Inoltre,
diamo la risposta all'angosciosa domanda: "La Chiesa Cattolica romana ha
avuto ragione di ingannare l'umanità per più di dieci secoli?"
dedicato
Al Sovrano Pontefice Pio XI - Papa dell'Ora Critica
PREFAZIONE
Il libro che oggi offriamo ai nostri amici e lettori
completa quello apparso, nel 1932, col titolo "La Luce del Sesso".
Qui diamo la descrizione del grane rito iniziatico del terzo
grado, detto la Prova dell'impiccagione, e qualche precisazione di carattere
dogmatico, che pone definitivamente la religione del Terzo Termine della
Trinità, da noi preconizzata di fronte al cristianesimo e al Giudaismo,
rispettivamente.
Non ci vogliamo occupare dei movimenti spirituali moderni,
come la Teosofia o lo Spiritismo perché, come già abbiamo detto altrove, non
vediamo in queste correnti di idee che vengono genericamente dall'India o
dall'Oriente, quegli elementi basilari, suscettibili di servire da fondamento
alla prossima ricostruzione dell'edificio teologico, sociale e morale dell'Europa.
Come dicemmo al principio della nostra attività a Parigi,
nel 1930, i popoli europei sono destinati, nella loro essenza, a contemplare il
Triangolo, i cui due primi lati sono stati e sono il Giudaismo e il
Cristianesimo, che hanno preparato ciò che ora noi faremo, al cospetto della
religione del Terzo Termine.
Dal punto di vista umano, la caratteristica principale del
nostro Triangolo risiede nella comprensione, cosciente o istintiva, della
solidarietà che unisce spiritualmente in un solo blocco indivisibile tutti i
membri della stessa chiesa, inculcando l'idea, assente nei sistemi orientali,
del valore salvifico per gli altri del merito acquisito dai migliori.
Al giorno d'oggi, questa grande idea occidentale sembra
essere stata accantonata, a causa dell'infiltrarsi tra noi dell'individualismo,
giunto dall'Oriente attraverso certi filosofi del periodo della decadenza ma,
avendo pervertito soltanto i cosiddetti intellettuali, questo stesso
individualismo si sta già sbriciolando sotto la spinta dell'attivismo
politico-filosofico, determinato, del resto, proprio dall'incompatibilità tra
l'individualismo orientale e la profonda coscienza collettivista
dell'Occidente, rinforzata nei popoli europei soprattutto dall'azione feconda
del Cattolicesimo Apostolico Romano.
Si troveranno a questo riguardo ne "Il Mistero
dell'Impiccagione", le nostre precise argomentazioni.
Dal punto di vista divino, la missione del nostro Triangolo
consiste nel ristabilimento, lungo la retta via, dello Spirito del Male o, per
dirla diversamente, nel Riscatto di Satana.
La verità è che è giunto il momento di riconoscere che,
mentre l'Oriente si forza di vincere il Male tramite il tentativo di
distruggerlo, il vero fine della civiltà cristiana europea dev'essere quello di
fare esattamente il contrario: proprio la vittoria del Male tramite la sua
trasformazione in bene.
Facendo questa affermazione, noi aggiungiamo che la stessa
epoca di apparente decadenza che attraversiamo oggidì, rientra in questo
disegno, nel senso che l'emergere caotico di ogni passione, cui assistiamo in
questi tempi, non rappresenta che i primi incerti passi del Male rigenerato.
Ci rammarichiamo che i nostri avversari esitino a scendere
in campo per discutere strenuamente su questi problemi. Crediamo proprio che si
potrebbe far luce su molti punti oscuri, con un combattimento dialettico franco
e onesto.
Formuliamo l'auspicio che l'uscita di questo libro dia il
via libero infine alle discussioni tanto attese.
DOPO LA MORTE
O discepolo! Non c'è più nulla per te, oltre la morte!
La tua vita finisce con il tuo ultimo respiro
La tua coscienza appare quando tu vieni al mondo; essa
sparisce irrimediabilmente alla tua morte.
Nessuno accende più un lume infranto, una foglia staccata
dal ramo non riprende più il suo poso sull'Albero della vita.
Ciò che è morto, è morto per sempre.
E' perché tu non scordi questa verità che noi abbiamo
intessuto un teschio sulla tua divisa da Scopatore. E non verrai ammesso alle
prove di secondo grado fino a che esso non ti sarà caro.
Un giorno tu sari felice – se perseveri – di sapere che la
tua vita ha una fine, perché comprenderai veramente e profondamente che la
divisione è l'errore essenziale. L'errore di Dio (= la Vita) e non la tua …
Ah! se tu potessi vivere non più in te e per tese, se ti
fosse possibile riunire nella tua coscienza tutte le coscienze disperse nel
mondo, se il tuo potesse essere il pensiero di tutti, e il tuo sentimento
quello di tutti, se in te si concentrasse davvero l'intera Umanità, allora, sì,
tu potresti essere immortale; ma saresti la Vita (= Dio) e avresti agito come
Essa agisce: combatteresti Satana.
Ne sarebbe conseguito ciò che hai sotto gli occhi già
adesso: la frantumazione dei centri di potenza, l'individualizzazione degli astri
e dei loro sistemi, la differenziazione tra le specie e le razze, l'isolamento,
così come puoi constatare, della coscienza umana.
Quello che avrai così diviso e moltiplicato accoglierebbe
allora, come vedi già, la volontà satanica dell'Avversario di Dio (= la Vita),
che tende alla riunione e riunificazione dell'intero universo nel solo, unico
Spirito ove tutto è ridotto al Nulla.
Comprendi adesso una cosa: se l'infinito potesse essere
ricondotto al punto zero, da tempo Satana avrebbe già trionfato: ma perché
l'infinito superi lo zero, l'opera unificatrice dell'Avversario è
irrimediabilmente condannata all'imperfezione.
Satana tenderà senza requie alla verticale impossibile, ma
ricadrà sempre nelle sinuosità dell'orizzontale.
Tuttavia, proprio perché ciò è impossibile, la realizzazione
totale dell'opera di Satana sarà portata avanti in eterno.
Essa sarà voluta da tutta la natura, in ogni pianta, in ogni
animale e in tutti gli uomini.
In alcuni si manifesterà in maniera caotica, in altri in
maniera brutale; ma, se tu li trattieni tra noi e ti persuadi della verità
nella nostra Dottrina, tu la porterai con ordine e metodo fino al massimo della
sua perfezione possibile.
E' d'altronde in questo modo che potrai mettere alla prova
la tua qualità di uomo civilizzato, che sa costruire.
Saprai, inoltre, che è giusto e buono che tu non sia
immortale; che è giusto e buono che tu debba morire senza scampo, dopo aver
compiuto nella tua breve esistenza su questa terra, ciò che tu potessi fare di
meglio a vantaggio dell'Opera di Satana, a vantaggio della correzione che la
Sua Protesta comporta senza posa all'Opera caotica della divisione e della
moltiplicazione della Vita (= Dio).
Dovrai rendere alla carne ciò che le appartiene.
Ti nutrirai;
Avrai cura del tuo corpo;
Ti riprodurrai.
Essendo la tua azione imperfetta per forza di cose, bisogna
che, nella tua discendenza e per mezzo di essa, tu prosegui ancora nello stesso
sforzo verso lo scopo possibile.
E' per questo che farai in modo di avere uno o più figli,
gli darai la migliore educazione possibile, alfine di farne, a loro volta,
degli uomini civilizzati, capaci di affermare l'architettura satanica nel caos
naturale dell'uomo-animale.
Farai in modo di creare la tua immortalità nella tua discendenza
e, in maniera più vista, nelle generazioni che seguiranno la tua.
O discepolo! Non ti è accordata nessuna immortalità, tranne
quella che tu potrai guadagnare nella memoria degli uomini.
Essa è molto più reale di quanto tu non lo creda oggi.
Gesù di Nazareth è vivo, è realmente immortale e sempre
agisce - anche se non è mai esistito! - perché il suo ricordo è imperituro.
Occorre tuttavia un grande lavoro, un immenso eroismo, per
consolidare nelle generazioni che vengono la memoria di un uomo.
Bisogna che quest'opera contenga una verità umana (satanica
e divina) profonda, e bisogna che essa coincida con la volontà dell'Ora,
segnata sul quadrante inscritto nel Triangolo al quale si appartiene.
Ora, ai nostri tempi, viviamo ancora nell'ombra della
Seconda Notte del nostro Triangolo.
Il nuovo Sole è appena nato tra le tenebre che ci circondano
e la Madre Divina, l'Umanità, partorisce.
Non senti le sue urla strazianti, non vedi il sangue che le
scorre dalle viscere?
L'opera dell'Ora attuale è quella della levatrice.
Colui che in questo momento diverrà la grande levatrice,
favorendo abilmente la nascita dell'Uomo-Nuovo, costui sarà immortale, perché
le generazioni che verranno non lo dimenticheranno.
C'è già chi ha capito cosa fare e agisce di conseguenza.
Sii dei loro, e segna sulla tua fronte il segno dell'Uomo
Nuovo.
Il suo nome è il Liberato.
E' sopravvissuto alla tempesta della Seconda Era e né
l'acciaio né il fuoco sono riusciti a ferirlo.
Figlio sia del Crocifisso che dell'Impiccato egli li venera
entrambi, e gli rende onore.
Ama l'Umanità - sua Figlia e Madre - e per essa è pino di
sollecitudine.
Regnerà sulla terra intera, ché è degno di regnare, ed i
popoli gli obbediranno con gioia e fiducia.
Viene per tutti i popoli e per tutte le razze, ma
riattaccherà ogni foglia al suo proprio ramo, poiché solo il tronco e la radice
sono in comune.
Il regno dell'Uomo Nuovo comincia già, perché è il nuovo
Sole, che nasce oggi nelle tenebre della Seconda Notte.
Il suo apparire sarà trionfale per il mezzogiorno che verrà,
ma al tramonto del terzo Giorno rientrerà nell'ombra, come fa il sole tutte le
sere. Allora ci sarà nelle regioni invisibili un Maestro-cavaliere nuovo,
mentre l'Umanità ricomincerà, sul legno della caduta, un nuovo Triangolo sotto
altri cieli, con un altro sangue.
Abbiamo spiegato questa necessità ne "La Luce del
Sesso".
LE SACERDOTESSE DELL'AMORE
Un testo sacro, la cui origine si perde nella notte dei
tempi, rivela quanto segue:
"Si saprà ma non si capirà che la sacerdotessa
dell'amore è vergine.
"Si apprenderà ma non si crederà che la verginità è la
grande virtù satanica - il NO che risiede nella sua fortezza più interna - che
determina nella donna lo speciale fascino e la magia ipnotizzante di cui essa
si servirà alla dodicesima ora per calpestare la testa del Serpente e per
ricondurre sul Sentiero della Vita il Ribelle Purificato, il tenebroso Satana,
ridivenuto Luce.
"Non si consentirà più a lungo, perché ciò si oppone al
facile piacere dell'uomo perverso, che il principio maschile rechi la morte al
principio femminile, ogni volta che un uomo insegna ad una donna il modo di
godere, là dove essa dovrebbe rimanere per sempre fredda e muta.
"Le vibrazioni della donna, nel momento dell'atto carnale,
devono darle il benessere e non il piacere localizzato, perché il piacere
appartiene all'uomo e non alla donna.
"La decadenza delle generazioni umane, quando gli
uomini si allontanano da questa verità, insegnando alle donne ciò che esse non
dovrebbero mai conoscere: il piacere localizzato.
"Le donne invecchiano rapidamente, quando assaggiano
questo frutto proibito; il sangue dei loro figli si impoverisce ...
"Ma le sacerdotesse dell'amore saranno vergini: esse
non conosceranno il frutto proibito.
"Le si sceglierà tra le giovinette che il sole non ha
corrotto, tra le donne i cui sogni sono di una purezza lunare ed esse stesse
simili ad arpe, di cui vibrano e suonano tutte le corde, mentre le dita abili
dell'arpista le sollecitano una per una, per farne sprigionare la melodia.
"Le si bagnerà, come piante preziose, in acqua dolce e
profumata, e si avrà cura della loro pelle per mezzo di essenze aromatiche,
sapientemente preparate secondo le formule sperimentate dai Maghi.
"Si farà attenzione con scrupolo che nessun maleficio
venga gettato sulle sacerdotesse in formazione per mezzo di incontri profani,
affinché la loro crescita non venga deviata e il loro sviluppo sia preservato
da qualsivoglia turbamento morboso.
"Non le si imporrà nessun lavoro che potrebbe nuocere
all'armonico sviluppo dei loro corpi, e le si proibirà severamente ogni posa o
atteggiamento antiestetico.
"Le sacerdotesse dell'amore verranno esposte
regolarmente all'azione benefica dei raggi lunari, nelle notti della prima quindicina
di ogni lunazione.
"Le giovani sacerdotesse formeranno allora delle
processioni e dei girotondi notturni, cantando dei ritornelli che commuovono
l'animo. Le più esperte si dedicheranno a danze più complesse, al ritmo di
musiche composte dai Maghi.
Nelle ore calde del mezzogiorno, quando l'azione del sole è
particolarmente forte, le sacerdotesse in formazione si riposeranno nella loro
sala comune, e tutte le tendine saranno abbassate. I Maghi preposti alla loro
educazione, seduti al centro della sala, manterranno l'ordine e la disciplina,
necessari per la salvaguardia del principio femminile; quando le donne saranno
cadute in un sonno profondo, causato dalla sua influenza, il Mago orienterà i
sogni delle sacerdotesse verso lo scopo che riterrà più opportuno.
Ogni ora segnata sul quadrante dell'Orologio Universale ha
il suo scopo e il suo significato. I Maghi lo sanno e vi si conformano.
Al tramonto, il mago sveglierà le donne e le interrogherà
sul contenuto dei loro sogni. Fornirà loro le necessarie spiegazioni e si
intratterrà con esse su argomenti suscettibili di svegliare in ciascuna il desiderio di involarsi ancora, in regioni migliori
Ciò perché le sacerdotesse dell'amore sono destinate a
preparare l'avvenire dell'Umanità. Il loro compito non è quello di occuparsi
delle vicende della società profana, che subisce quel destino che ha
determinato il loro stesso passato, ma di coltivare la Conoscenza interiore e
di custodire la sacra Fiamma, che illumina i nuovi sentieri.
IL RITO DELL'IMPICCAGIONE
La prova dell'impiccagione ha luogo alle otto di sera.
Dall'aurora fino al crepuscolo di questo giorno, sette
Guerrieri-Venerabili e dodici testimoni, scelti fra i Maghi e tra i loro
discepoli più indottrinati, si preparano con cura speciale al terribile
"incontro", il cui esito è il più delle volte fatale.
Essi cominciano con numerose abluzioni aromatiche e si
spalmano la pelle, dalla testa ai piedi, con creme isolanti
la cui composizione varia per ognuno.
Si alimentano con frutta e focacce di frumento ogni tre ore
e, nell'intervallo tra i pasti, rimangono in silenzio, distesi sui tappeti
disposti allo scopo nella sala sotterranea di meditazione.
Questa sala si trova nel sottosuolo, esattamente sotto lo
spiazzo principale del Tempio, e ne rispecchia la forma arrotondata.
Un velo di seta grigia segue, all'interno, la curva del
muro, a poco meno di un metro di distanza, formando un corridoio così stretto
che sarebbe difficile passarci in due.
La frutta, le focacce di frumento, l'acqua fresca, i profumi
e le creme isolanti, sono disposte su tavoli bassi, al centro della stanza,
durante la veglia, dagli stessi Maghi e Guerrieri, poiché nessuno ha il diritto
di penetrare al suo interno, né di giorno né di notte, tranne i Venerabili del
terzo grado dell'Iniziazione satanica, i Maghi e i loro Discepoli indottrinati,
a causa dei fluidi vampirici diffusi nell'atmosfera di questa sala senza
finestre.
La natura di questo fluidi è tale, che essi succhiano in
pochi secondi il sangue dei mortali insufficientemente dotati per resistervi, e
si cita, negli Annali della Confraternita della Freccia d'Oro, il caso di un
giovane Scopatore,
il quale, avendo disobbedito per curiosità, o, forse, per conto di qualche
ficcanaso indiscreto, venne trovato morto al centro della sala, un quarto d'ora
dopo il suo ingresso in questa stessa.
Si raccontano altre storie, ancor più lugubri, ma queste non
sono state verificate ne sono verificabili, visto che non vennero registrate
ufficialmente, per motivi che ignoro.
Si assicura, per esempio, che una giovane donna di grande
bellezza, venne trovata, un giorno, su un tappeto della sala sotterranea,
immobile e pallida come una bambola di cera, vestita di veli trasparenti blu e
gialli. Il Collegio dei Maghi fu subito avvisato dai due Guerrieri che avevano
trovato la donna, e i degni vegliardi scesero a loro volta nella sala
sotterranea, col volto terreo e l'aria grave. Tuttavia, quando il
Mago-Guaritore ebbe pronunciato lo scongiuro di circostanza, al fine di
allontanare da quel corpo steso al suolo la forza delle Tenebre, che senza
dubbio lo stava vampirizzando, i veli che rivestivano la giovane donna
sbiadirono e si riassorbirono nel tappeto, trascinando nella loro dissoluzione
la morte stessa. Il tappeto conservò l'impronta della bella creatura per ben
centoquarantaquattro anni, ed i Maghi della Confraternita della Freccia d'Oro
se ne servirono per operazioni di cui essi soli conoscevano il senso, lo scopo,
e le chiavi...
I sette Guerrieri-Venerabili e i dodici Maghi e Discepoli
indottrinati approntano in silenzio la prova di Franco-Cacciatore, desiderosi
di passare, attraverso l'Impiccagione, al grado di Guerriero; e le quindici
ore, che essi passano distesi nella pericolosa sala sotterranea delle
meditazioni, sono loro necessarie per saggiare le proprie forze.
Se subentra un momento di debolezza, anche il più lieve, nel
corpo o nello spirito di uno di loro, gli altri lo rinfrancano e rincuorano,
ricaricandolo della forza che gli occorre. Ma, più spesso, questi uomini veri
sopportano la giornata di reclusione nella sala sotterranea senza il menomo turbamento
e quando, alle otto di sera, il Capo dà il segnale, si alzano tutti all'unisono
e si dispongono in circolo per accogliere il Franco prescelto.
Costui, interamente avvolto da una spessa cappa di seta
viola, scende lentamente i gradini della scala a chiocciola che, partendo dallo
spiazzo principale del Tempio, arriva allo stretto corridoio, formato dal velo
grigio e dal muro ricurvo della sala sotterranea.
Egli avanza in seguito come un cieco e, certamente, il
percorso sconosciuto gli pare più lungo. Obbedisce all'ordine che gli è dato
dalla guida quando questa, alle otto di sera, gli apre la porta che
immette sulla scala a chiocciola, dicendogli: "Scenderai i trentatré
gradini che ci sono e poi camminerai dritto davanti a te e senza fermarti un secondo,
fino a che una mano ti batterà sulla spalla e una voce ti dirà: “Vieni,
fratello mio!”".
La porta del tempio è stata chiusa e nella serratura di
ferro la pesante chiave è stata girata tre volte.
Che avviene a questo punto?
"Nessun iniziando conosce in anticipo i particolari del
rito dell'Impiccagione, perché quello che si può leggere a riguardo nelle
differenti "testimonianze" si limita a ciò:
"Si scendono trentatré gradini nella profondità della
grotta posta sotto il Tempio dell'Amore Satanico, perché trentatré è la cifra
simbolica di tutti coloro che, dopo il Crocifisso della Prima Notte di un
Triangolo, tentano l'esperienza della rinascita.
"I profani si immaginano che i gradi gerarchici
rappresentino un'ascensione. Niente di più falso! Per conoscere, bisogna
discendere.
"Nello stretto corridoio, dove si avanza in seguito con
difficoltà, presi dall'angoscia e dimentichi del fine agognato, si rivedono in
pochi minuti tutti i piaceri e tutti i dolori della propria vita. Questi
ricordi si affollano allo spirito in maniera disordinata e gli si dice addio
perché, certamente, si crede di stare per morire.
"Ma una mano vi batte ad un tratto sulla spalla e una
voce vi dice: ‘Vieni, fratello mio!’. Si crede allora che il cielo vi
chiami, e un nuovo calore si diffonde nel sangue".
Le testimonianze ci informano ancora che l'iniziando viene
spinto dalla mano che gli preme sulla spada all'interno della sala sotterranea,
dove i sette Guerrieri e i dodici testimoni lo circondano subito formando con le
loro braccia alzate sulla sua testa una specie di tetto vivente.
A quel punto il pavimento si abbassa e i venti uomini
discendono ancora più in basso, nella grotta della "delle
esecuzioni".
Là, si erge il patibolo, pronto ad impiccare l'iniziando.
La grotta è ampia, ma non se ne distinguono i contorni,
perché le rare fiaccole danno appena una fioca luce, fissate al muro da lunghe
braccia di bronzo, le cui mani metalliche sembrano stringere le dita attorno al
legno ardente con una tensione dolorosa.
Diciannove sedie, i cui alti schienali scolpiti si stagliano
come fantasmi nella penombra della sala, sono disposte di fronte al
patibolo, a cinque o sei passi di distanza.
Il Mago-Guaritore s pone dietro al patibolo, mentre i
Guerrieri e i testimoni si sistemano sulle rispettive sedie, che riconoscono
per l'etichetta fissata sulla spalliera.
Quando ognuno è al suo posto, ma il Franco si domanda ancora
cosa gli si chiede di fare, il Capo lo invita a togliersi la cappa,
sentenziando quanto segue:
"Fratello-Franco, ardito Cacciatore della Confraternita
della Freccia d'Oro, tu che desideri morire con lo strangolamento rituale, per
rinascere o perderti per sempre, lascia la spoglia che ti acceca e presentati
nudo al nostro cospetto, franco e sincero come devi essere. Tra noi, alcuno
critica un fratello, e che tu riviva o muoia, sappiamo al pari di te che siamo
tutti in uno e che uno è in tutti noi. Se tu rivivi alla Nuova Conoscenza, il
tuo trionfo sarà il nostro; se soccombi, ti seguiremo nella notte. Qui siamo
come tante foglie dello stesso ramo e per noi la solidarietà non è una parola
vuota. Sciogli, dunque, la tua cappa e sii coraggioso e calmo!".
A queste parole, con un rapido gesto, il Franco si libera
della cappa di seta viola che l'aveva ricoperto fino a quel momento.
Nudo e libero, saluta l'assemblea secondo l'uso della
Confraternita; stendendo il braccio destro in avanti, si dirige poi verso il
patibolo.
Il Mago-Guaritore gli mette la corda attorno al collo e
comincia la sua ascensione nello spazio vuoto.
Si tratta, senza dubbio, di un istante tragico, ed è
impossibile darne ai profani un'immagine esatta. D'altronde, le testimonianze,
che la Confraternita custodisce nei propri archivi, riferiscono a riguardo dei
ricordi differenti.
Ve ne sono che riferiscono di cose strane, di visioni
bizzarre che non hanno niente in comune con ciò che avviene sulla terra. Altre
narrano di aver inteso una musica straordinaria, altre ancora parlano di
lacrime e gemiti strazianti.
Tutti coloro che hanno ottenuto durante lo strangolamento
iniziatico il godimento specialissimo, che consegue alla precipitazione
dell'alto verso il basso, nel corpo dell'Impiccato, di Colui che si chiama
Satana e che è la Forza opposta alla manifestazione di Dio (= la Vita), dichiarano
che nel momento in cui nulla più riconduce l'iniziando alle cose della vita di
tutti i giorni, quest'ultimo ha l'impressione nettissima di trovarsi di colpo
faccia a faccia con quello che molto impropriamente si potrebbe chiamare
l'Infinito.
"E' ", si legge in una di queste testimonianze,
"come se una beatitudine inesprimibile mi avesse d'un tratto rapito. Ciò
assomiglia a un pensiero libero e trionfante, che non si appoggiava a nulla e
non contemplava soggetto od oggetto. Esso abbracciava tutto nel suo empio
prodigioso e illimitato, ed esso spiritualizza tutto: le cose del passato e le
cose dell'avvenire ... Tutto, in esso, è senza peso e senza forma, e gli stessi
astri pesano un grammo. Io stesso non ero più nulla in questa gioia immensa,
perché io ero tutto e cancellavo tutto nello stesso tempo. La mia stessa gioia
non era più gioia, ed io la sentivo come un'emanazione radiante del mio essere
che non diveniva luce, perché nulla fermava i suoi raggi, perdentisi
nell'infinito... Mi si è detto che ciò non è durato più di un secondo, ma
questo secondo per me ha avuto la natura dell'eternità. D'altronde, l'eternità
non è altro che un punto irreale nella sequenza della durata, reso reale dal
suo arrestarsi ... In quest'istante, in quest'unico infinito possibile, io
conosco il NOME che nessun mortale conosce. questo è impronunciabile, poiché è
e non è contemporaneamente ... Coloro che affermano l'esistenza di Dio si
ingannano al pari di coloro che la negano, perché se Egli potesse esistere
nella sua purezza irreale, nulla esisterebbe di ciò che è, e nello stesso
tempo, non ci sarebbe la temporalità; se Egli cessasse di essere il punto
sfuggente che forma l'esistente, tutto sarebbe morte e nulla vivrebbe. Ecco
perché il meglio che se ne può dire è che Egli è Colui che vive, nel passato,
nel presente inesistente, e nell'avvenire ... Oggi, avendo trionfato nella
prova dello strangolamento iniziatico, so e confesso che Dio è vivente. So che
Egli è, che fu e che sempre sarà, perché ne ho scorto il volto irreale, ricreato
da me stesso durante l'Impiccagione. Sono stato, in quest'istante sublime, il
NO nel suo potere totale, ecco perché ho potuto suscitare il volto del mio
divino Avversario e dargli il proprio NOME, da pari a pari. Ho potuto farlo
perché, nel lasso di un secondo, fu mia creatura e io suo creatore. I ruoli si
erano invertiti e, fuggendo, morivo; vivevo la sua morte, per questo sono
tornato sulla terra ... Che dirvi delle sue qualità? Solo questo: non ne ha
nessuna. Della sua volontà? Non ne possiede affatto. Del suo corpo? Non
ne ha nessuno. Del suo amore? Non potrebbe averne. Della sua preveggenza?
Essendo capriccio, danza e allegria, Egli è Colui che è, vive e non prevede
niente. E' onnipotente, del resto, considerato che tutto ciò che vive vuole continuare
a vivere, e Lui stesso è la Vita ... Io conosco, inoltre, chi è il vero Maestro
di questo mondo, il Maestro dell'universo organizzato, misurato e misurabile.
Certo, Egli è il Figlio dell'Altro, perché è in Lui che Egli nasce eternamente.
Ne è inseparabile, ma gli lotta contro, notte e giorno. In quest'ambito lo
denominiamo Satana, a ragione, essendo l'Avversario di Dio. Il suo Figlio e il
suo Avversario!... L'Uno non può nulla senza l'Altro, la loro lotta è sacra
quanto eterna. Ma, come il Padre non ha una volontà determinata, il Figlio ne
ha una: distruggere. Ha pure uno scopo: venire alla luce. Ha un amore: il
Niente. Il Figlio non è né capriccio, né danza, né allegria, ma potrebbe avere
tutto ciò. Tuttavia, se l'ottenesse, ogni cosa morrebbe, poiché avrebbe allora
Dio in proprio potere, e lo divorerebbe divorandosi ... Potrebbe farlo, ma non
lo avrà mai, visto che ognuno di noi non Lo serviremo per conoscerlo; ci
esporremo alla morte iniziatica per identificarci a Lui per la durata di un
secondo; ma avendoLo accompagnato fino alla Porta, per la quale non si torna
indietro se non la si attraversa, lo tratterremo nel tempio del nostro corpo
anche se dovessimo morirne, arsi da un fuoco troppo forte. Questa è, per noi,
la Legge della Vita".
In un'altra testimonianza, ove si rinvengono le medesime
osservazioni, diversamente formulate, leggiamo ancora:
"Mi domandai se bisognasse andare fino in fondo,
lasciare l'ultimo appiglio che mi ancorava ancora alla Vita, per assicurare a
Satana, col quale ero identificato, la completa Liberazioni ... Sì, questa
domanda mi attraversò lo spirito, ma non ebbi il tempo di darmi una risposta,
perché venni precipitato in un abisso senza fondo, con una rapidità di cui non
conobbi più l'eguale. Se fino ad allora avevo chiamato dolori certe privazioni
ed ostacoli fisici o morali, ora so che questa parola non corrisponde a nulla
di oggettivo nel mondo profano, perché un solo malessere è reale: quello di
conoscere la felicità suprema e di rinunciarvi volontariamente. Non senza
motivo io scrivo l'una accanto all'altra queste due parole, in apparenza
contraddittorie, perché mentre precipitavo nell'abisso, ero proprio io che
rinunciavo attivamente alla gioia eterna, ottenuta e resa possibile dalla mia
vittoria, e pertanto è verissimo pure che la mia volontà di Uomo-Libero non
approvasse questa rinuncia e ne soffrisse terribilmente.... I miei Fratelli, i
Venerabili Guerrieri della Freccia d'Oro, direbbero ‘L'uomo-Libero che è in te
è Satana, e desidera la Gioia eterna, ma tu, Fratello-Liberato, tu deciderai
diversamente, perché non sei solo Satana, ma anche Colui che vive, essendo la
Vita’ ... I miei Fratelli hanno ragione, e oggi posso dire con loro: Satana non
potrebbe sconfiggere Dio, se non fosse suo Figlio ... L'Essenza del Padre si
perpetua nel Figlio, ecco perché quest'ultimo rimane attaccato al primo, e non
potrà mai liberarsi completamente dell'Universo visibile, che combatterà in
eterno. Infatti, chi dice Dio dice Vita, e la Vita plasma e crea delle forme,
sempre identiche a se stesse, sempre nuove. La forma è il carcere dello
Spirito; ma poiché lo Spirito vive, non vi si può sottrarre. Lo Spirito viene
dalla Vita, questo è il suo male".
Un altro Vincitore conclude così:
"Ecco la mia nuova regola: Non corro più dietro ad alcuna
chimera, ma incoraggerei tutti coloro che ancora inseguono questa nobile
follia; se mi è dato di vivere fino all'Alba del terzo Termine, farò come il
grande Mosè: farò entrare i popoli nella Città Promessa, ma, io stesso, non ne
varcherei la soglia ... Perché questo adesso io so: l'artigiano adatto per le
umane costruzioni è quello che ha un solo occhio aperto, l'occhio che non vede
che ciò che è visibile. L'altro, quello che scorge la verità totale, avendoli
aperti entrambi, non può credere alle utopie, senza le quali la vita umana
stagnerebbe. Ora, la stagnazione implica la morte e non libera nessuno. Bisogna
applicarsi a limitare il più possibile il numero degli Iniziati, affinché non
si ribellino e vengano ad ingrossare la nostra Armata Satanica ... Gloria a
questo NO formidabile e a questo Dolore insondabile!".
LA NEUTRALIZZAZIONE DEL FUOCO NERO
Il Mago-Guaritore taglia la corda del patibolo nel preciso
istante in cui lo strangolamento minaccia di essere fatale per l'impiccato.
L'iniziando, svenuto, allora scivola, sostenuto dal Mago,
sul pagliericcio, e viene coperto da un panno di seta gialla, messo fin
dall'inizio ai piedi del patibolo.
Il Mago distende le gambe e le braccia del Liberato e mette
la sua testa in una posizione confortevole.
A voce bassa, i Venerabili Guerrieri e i testimoni
pronunciano la preghiera del sonno riparatore, mentre il Mago si accinge
all'incantesimo, che accentuerà e prolungherà lo stato d'incoscienza
dell'iniziando, di cui l'intera forza è ancora nelle mani di Satana.
Un quarto d'ora più tardi, la porta della cantina si apre e
la sacerdotessa–amante del Cacciatore iniziando appare sulla soglia, tutta
vestita di veli bianchi, con i capelli sciolti sulle spalle.
Essa saluta i Guerrieri e i testimoni, i quali rendono
l'omaggio dovuto alla sua alta missione, e si avvicina al Mago–Guaritore, che
le impartisce le necessarie istruzioni.
Assolutamente calma, essa ascolta e annuisce in segno di
comprensione. Infine si distende a fianco dell'iniziando, ma in senso inverso.
Rimane così, immobile, per alcuni minuti; poi, si alza con
un movimento serpentino, si spoglia dei suoi veli, ed appoggia i palmi sulle
ginocchia dell'uomo incosciente. In perfetta acrobazia, si alza sulle mani,
come se fosse una colonna vivente, perpendicolarmente al corpo dell'uomo
disteso.
Avendo il viso girato dalla parte dei piedi di quest'ultimo,
i lunghi capelli biondi toccano così le cosce del Vincitore, comunicandogli le
vibrazioni solari di cui questi sono impregnati. Si sa, infatti, che la
testa della donna appartiene al sole, e ciò molto più di quanto essa conosca –
a differenza delle sacerdotesse del Tempio Satanico – della qualità lunare del
suo sesso.
La giovane sacerdotessa rimane in quest'audace posizione per
pochi secondi. Molto lentamente, in quattro movimenti ben ponderati – quello
delle gambe piegate ai ginocchi e addossate sul ventre, quello del corpo intero
abbassato lentamente fin quasi a sfiorare quello del dormiente, e i due ultimi
movimenti che piegano le gambe e portano i piedi, uno dopo l'altro, sulla
fronte del Cacciatore – essa forma con tutta la sua figura una curva armoniosa,
di cui il Mago-Guaritore verifica subito la precisione dell'esecuzione.
Quando tutto è pronto, il Mago pronuncia la formula, che
favorisce e accelera la neutralizzazione del fuoco satanico nel membro virile
dell'uomo.
Ciò dura qualche minuto.
Il Mago constata che è ristabilita la normalità nel corpo
dell'iniziando, ed invita la donna a riprendere pertanto l'originaria
posizione, distesa sul panno giallo.
La sacerdotessa obbedisce.
A quel punto si alzano due testimoni e depongono accanto al
pagliericcio un lungo mantello di seta nera, che distendono poi sui due corpi.
Fatto ciò, i Guerrieri, i testimoni e il Mago–Guaritore si
ritirano ordinatamente lasciando sola la coppia, che deve restare nella cantina
delle esecuzioni fino alle prime luci dell'alba.
Che avviene durante la notte incombente nella cantina
oscura, ai piedi del patibolo?
Ecco cosa ne riferisce una sacerdotessa di ventisei anni,
divenuta, grazie alla loro comune Vittoria, Sposa del Cavaliere–Iniziato.
"Mi devo essere addormentata subito dopo l'uscita dei
testimoni e dei Venerabili Guerrieri, ma non saprei dire quanto durò il mio
sonno senza sogni.
"La sala era completamente buia, allorché sentii sulla
pelle del mio grembo l'amabile mano del mio Cavaliere. Gli presi il polso e gli
dissi: - Come vi sentite?
"- Chi mi chiama? – domandò.
"- La voce della donna che ha vegliato e custodito il
sacro fuoco della lampada, che anche questa sera brucia per voi.
"- Una donna, chi? – disse.
"Ed egli risposte da solo: - E' la Porta per la quale
entriamo nel mondo e la Soglia che non possiamo varcare per allontanarcene.
Donna, è tua la colpa se sono ancora qui. Dove vuoi condurmi adesso?
"- Aspetto l'alba – dissi.
"Lui si mise a sedere sul nostro comune giaciglio e,
tirandomi dolcemente per le braccia, mi mise a mia volta a sedere. Non potevamo
vederci, perché le torce si erano consumate. Un tiepido sentore ci avviluppava
ed io lo percepii come una tenerissima carezza. Trascorsero alcuni lunghi
minuti in silenzio.
"Lui mi attirò poi a sé e, siccome eravamo nudi, potei
sentire il calore del suo corpo sulle guance e sul petto.
"Mi prese la testa fra le mani e mi baciò la fronte.
"Era il primo bacio che ricevevo dal mio Cavaliere,
nell'attesa del quale avevo vissuto per sette anni.
"Ne fui profondamente commossa e lui se ne rese conto,
perché mi disse:
"- Copri i tuoi seni con i tuoi riccioli d'oro, adorabile
creatura! Sarebbe follia profanare ora ciò che è stato serbato intatto per così
lungo tempo. Secondo la Regola di questa straordinaria Casa, tu sei ora mia
sposa … Ora che ho conosciuto ben altra felicità! … Comprendi la profondità di
quest'affermazione di nostalgia? Sei in grado di camminare con me in un cammino
di cui ora conosco l'eterno dolore e dove più niente, ormai, saprebbe
ingannarmi? Vuoi appartenermi, malgrado tutto?
"Gli risposi:
"- A diciannove ani, sono stata attirata in questa
Casa, della quale mi affascinava la lunare armonia. Senz'altro, questa è la mia
vocazione, poiché mi affascina ancora. Secondo la regola, adesso sono la tuta
donna: di conseguenza, ti seguirò senza chiederti se il tuo cammino è buono.
Ciò di cui mi importa sei tu, perché t'amo, e non è a caso che mi si
definisce sacerdotessa. Al contrario, invece, perché, come me, i tuoi sogni ti
chiamano altrove, niente potrà mai rompere l'amicizia che ci lega.
"- Vieni, donna mia! – mi disse allora … E mi conobbe
nella notte tiepida e profonda.
"Alle prime luci dell'alba, nove mie sorelle bussarono
alla porta della cantina.
"Le invitammo ad entrare, ma nella sala regnava ancora
l'oscurità.
"Le nove sacerdotesse portavano ceri, fiori, frutta e
biscotti al miele.
"Esse mi vestirono con veli bianchi, mentre il mio
sposo si gettava sulle spalle il mantello nero che ci era servito da riparo in
questa notte di nozze ai piedi del patibolo.
"Ci ristorammo, e poi le sacerdotesse, mie sorelle,
intonarono i canti del mattino.
"In processione liturgica, lasciammo poi la cantina
buia attraverso una stretta scala, edificata nel massiccio muro di fondazione,
che ci condusse direttamente nel giardino situato attorno al Tempio.
"Fu là, sotto i primi raggi del sole nascente, che ricevemmo
la benedizione nuziale, alla presenza di tutti i Fratelli e le Sorelle riuniti.
"Porto da quel giorno, inciso in un medaglione d'oro,
il nome del mio Cavaliere, e mi firmo ***" (segue la firma che non
possiamo rivelare, perché la Dama in questione è ancora di questo mondo e
nessuno deve conoscerne la qualifica né il vero stato matrimoniale).
La Regola della Confraternita dei Cavalieri della Freccia
d'Oro contiene, tra l'altro, questo passaggio:
"Solo il Liberato iniziato dal Rito dell'Impiccagione
può essere utilmente unito in matrimonio con una donna adeguatamente informata,
perché, conoscendo l'indicibile felicità del godimento satanico, egli non piò
più perdersi nella carne di una donna e, se compie con la sua sposa il rito
della terra, egli lo fa per arrichirsi e non per diminuirsi … Gli si
conferisce, dopo la prova, il titolo di Guerriero–Invincibile, perché questa è
adesso la sua qualità.
PER TERMINARE
All'inizio di questo libro abbiamo detto che esso è stato
scritto per ricordare all'Umanità il merito dei Cavalieri Invisibili, i quali,
malgrado la notte dei tempi, caratterizzata dalla confusione di tutti i valori,
hanno saputo salvaguardare fino ad oggi e in tutta la sua purità la grande
Tradizione, senza la quale gli uomini e le donne sarebbero precipitati
irrimediabilmente nella degradazione del regno animale inferiore, da cui il
ritorno, se è possibile, è lento e doloroso.
Non vogliamo tuttavia terminare queste pagine senza
proclamare apertamente la profonda venerazione che noi peraltro portiamo per la
Santa Chiesa Cattolica Apostolica romana che, da oltre dieci secoli, si impegna
a proteggere utilmente l'ignoranza delle folle, per le quali, in effetti, la
conoscenza precisa di ciò che abbiamo rivelato in questo libro non sarebbe
altro che un violento veleno.
Ecco perché, dovendo noi stessi obbedire a ordini diversi di
quelli a cui si ispirano i rappresentanti del Clero Cattolico speriamo che
costoro faranno il necessario affinché la verità contenuta in questo libro non
sia compresa che da coloro che lo meritano.
Qui abbiamo scritto cose che la Chiesa romana deve
senz'altro respingere con orrore, per non turbare gli animi semplici, ma noi
sappiamo che, pur respingendoci, proprio gli iniziati di questa Chiesa ci
comprendono pienamente.
I nostri altri avversari, gli induizzanti, i
"teosofi", o i "protestanti" di tutte le risme, non ci
interessano. Nutriti dalle menzogne e dai rottami di un passato estinto, non
possono far altro che divorarsi tra loro stessi. La gelosia e l'orgoglio, di
cui sono infarciti, gli impediranno sempre di mettersi d'accordo e di
costituire un esercito, capace di offrire una qualche resistenza alle folgori
celesti della Verità. Venendo dalla polvere, le loro teorie vi ricadranno
nuovamente, e nell'ultimo combattimento questi "eruditi" non saranno
neanche presenti.
La Chiesa Romana sopravviverà alla tempesta e saprà
riadattarsi ai nuovi tempi. Presiederà all'ingresso dell'Umanità nella Terza
Era, ed essa celebrerà le Messe d'Oro, come è giusto che sia.
E' alla sua saggezza che affidiamo questo libro. Che essa ne
faccia ciò che riterrà più utile. Quanto a noi, ci basta aver compiuto il
nostro dovere pubblicandolo.
Termina qui il viaggio nella Mente, nella vita e nelle Opere di Maria de Naglowska, una donna, un eccentrica, un’iniziata, una sorella una sacerdotessa ed una Mistica. Alle cui parole non ci sentiamo di aggiungere altro, cercando così di lasciare, ogni lettore alle proprie conclusioni e riflessioni. Con la speranza che questo testo spinga le menti più reattive a svelarne gli elementi in esso celati e a spingersi sempre oltre e che il pensiero Creativo possa fungere sempre da Lanterna nel buio della profanità, per tutti coloro che vedenti non sanno ove rivolgere il proprio sguardo e donando ancora una volta la vista a chi non ce l’ha. Con la Tacita Benedizione di Chi occhio profano non vede ma il Cui Occhio Tutto Vede, A.’.G.’.D.’.G.’.U.’. Tutti i Fratelli e le Sorelle del’Ordine Ermetico della Rosa Nera e del Triangolo d'Argento.'. (Frater Consilii Nerae Rosae et Argentum Trianguli Sethianibus Ermetice Sinister Atri). Sempre rivolti al Grande Oriente Ermetico dei Figli di Seth in Italia (M.'.A.'.O.'.H.'.F.'.S.'.) Nadir di Venezia Templi Ball Cave's.'.( Uskamet Kemat Fash ShemamPhorash). Die Jovis Trentumo July 2014 E.V.(Era Volgare).'.
“I ladri che rubano la forza dell’anima sono più malvagi dei ladri del mondo. Essi ti attirano come fuochi fatui nelle paludi di una speranza ingannevole per lasciarti solo nelle tenebre, e sparire per sempre. Non lasciarti accecare da alcun miracolo che sembrano fare per te, da alcun nome sacro che essi diano, da alcuna profezia che essi si facciano, neanche se essa si avvera, essi sono i tuoi nemici mortali, cacciati dall’inferno del tuo proprio corpo , e con essi tu lotti per il dominio. Sappi che le forze meravigliose che essi possiedono sono le tue proprie forze, deviate da essi per tenerti nella schiavitù. Essi non possono vivere fuori della tua vita, ma se tu li vinci essi crolleranno, strumenti muti e docili che tu potrai adoperare secondo i tuoi bisogni.Innumerevoli sono le vittime che essi hanno fatto tra gli uomini. Leggi la storia dei visionari e dei settari e imparerai che il sentiero che tu segui è cosparso di crani.” (Frater 'Decanus' Raum)